
Nei due volumetti di memorie di Peppino Scarmiglia, vediamo affacciarsi un'antica
Sammarco, a mio avviso quella vera e più autentica, con il suo considerevole patrimonio
di monumenti e di tradizioni, buona parte del quale è mutato o completamente scomparso
dalla memoria dei presenti; ciò nonostante Sammarco e i suoi personaggi sono descritti
come una serie d'indizi storici, da cui scaturisce una fonte privilegiata che ci
permette di ricomporre la memoria del tempo trascorso trasmessa dalle passate generazioni.
Tra queste pagine di memorie, di rievocazioni, arricchite di fedeli testimonianze
e numerose immagini d'epoca, emerge una volontà di vita tanto diversa e lontana
da quella attuale, ma pur sempre ricca di valori umani e di contenuti sociali che
ci inducono ad apprezzarla,sotto certi aspetti,di più rispetto a quella presente.
Queste pagine di Peppino Scarniglia rievocano la Sammarco che va dai primi anni
dell'era fascista agli ultimi decenni del secolo scorso.
Il percorso, mediante il quale si muove questa descrizione, prende le mosse dalla
ricostruzione degli avvenimenti osservati e vissuti dall'autore e procede attraverso
una scelta accurata di ricerche e di memorie personali, di testimonianze e di documenti,
in maggior parte foto, cartoline, immagini varie.
E appunto che su questa striscia di tempo, ricostruita per mezzo di tante sequenze
orali e visive, il nostro socio Peppino Scarmiglia ha mirato a definire il contesto
e i contorni della società sammarchese nei vari connotati degli episodi epocali
che si caratterizzano nell'evolversi del tempo stesso.
È una testimonianza, arricchita di tanti personali ricordi, capace di stimolare
i più giovani e quelli che verranno a conoscere ed amare più profondamente l'ambiente
in cui vivono; è un lume che accenderà nei loro animi l'interesse ad avviare confronti
e riflessioni che consentiranno loro di acquisire gli strumenti più conformi a formulare
delle critiche costruttive nella presa di coscienza di realtà altre e diverse,lontane
e presenti, dalle radici delle quali trae la linfa la vita attuale. Li stimolerà
altresì a sentirsi parte di una realtà sociale e a maturare il desiderio e l'atteggiamento
di ricercare le proprie origini culturali, ad assorbire direttamente dall'ambiente
di vita una propria identità etnica che consentirà loro di approfondire, in modo
sempre più chiaro e ben definito le valenze concrete di un'immagine nascosta della
realtà presente. Immagine che, certamente, susciterà nelle loro coscienze la consapevolezza
di una continuità che ha nel passato le proprie radici, nel presente la sua
più concreta attuazione, nel futuro la sua progressiva evoluzione.
Termino qui, porgendo le mie più sentite congratulazioni al socio accademico Peppino
Scarmiglia con l'augurio e l'auspicio che le sue memorie potranno fornire alle giovani
generazioni quelle adeguate competenze e conoscenze, necessarie al rispetto e all'amore
del proprio territorio, per meglio valorizzare e conservare quel ricco patrimonio
storico, acquisito nelle varie innumerevoli vicende che lo hanno accompagnato dai
più remoti tempi ad oggi.
San Marco Argentano, Sala Consiliare, 31 agosto 2002
prof. Francesco Selvaggi