31 agosto 2002
Appunti e testimonianze su San Marco Argentano
di Giuseppe Scarniglia
Intervento del prof. Francesco Selvaggi

Sento il dovere di rivolgere,innanzitutto, un cordiale saluto di benvenuto ai componenti l'Amministrazione comunale di S. Marco Argentano nella persona del sindaco, dell'assessore alla cultura, ai colleghi e soci relatori nel presente incontro culturale, ai convenuti tutti.
Uno degli scopi preminenti previsti dallo statuto dell'accademia è quello di promuovere, sotto ogni profilo, la tematica della valorizzazione dei nostri antichi luoghi, delle nostre genti, attraverso itinerari d'indagini, di ricerche e di memorie che hanno come punto di riferimento testi scritti di varia storiografia, racconti, fatti e tradizioni tramandate di generazione in generazione e le testimonianze personali.
Spesse volte queste storie,se non codificate, si smarriscono per sempre con l'estinzione di una generazione. Tra i soci della nostra Accademia sono presenti persone che, oltre a possedere una viva passione per la storia, hanno ripercorso, con lucide ed attente osservazioni, tante tappe del loro vissuto in relazione a molti avvenimenti che li hanno visti spettatori attenti e testimoni fedeli di numerose vicende. Sono costoro persone avanti negli anni, rispetto all'attuale gioventù: sono quelli che furono i giovani degli anni '40 del secolo scorso, quali come Mario Scarpelli, Angelo Argondizzo e Peppino Scarmiglia sono possessori di un patrimonio di esperienze umane tali da poter degnamente raccontare, descrivere, illustrare alle nuove generazioni epoche di grande rilievo sociale che si sono susseguite nella nostra cittadina, e in altri luoghi della nostra regione: a tal uopo abbiamo una doviziosa varietà di testi pubblicati da Mario Scarpelli e Angelo Argondizzo. Per le generazioni successive, e, soprattutto, per i più giovani, costituisce una fonte di notizie utile e preziosa per sapere più profondamente quella realtà del passato tanto diversa da quella presente e a conoscere, in una concreta dimensione, l'opera e la figura di alcuni personaggi finora ingiustamente dimenticati.
 
Peppino Scarniglia Nei due volumetti di memorie di Peppino Scarmiglia, vediamo affacciarsi un'antica Sammarco, a mio avviso quella vera e più autentica, con il suo considerevole patrimonio di monumenti e di tradizioni, buona parte del quale è mutato o completamente scomparso dalla memoria dei presenti; ciò nonostante Sammarco e i suoi personaggi sono descritti come una serie d'indizi storici, da cui scaturisce una fonte privilegiata che ci permette di ricomporre la memoria del tempo trascorso trasmessa dalle passate generazioni.
Tra queste pagine di memorie, di rievocazioni, arricchite di fedeli testimonianze e numerose immagini d'epoca, emerge una volontà di vita tanto diversa e lontana da quella attuale, ma pur sempre ricca di valori umani e di contenuti sociali che ci inducono ad apprezzarla,sotto certi aspetti,di più rispetto a quella presente.
Queste pagine di Peppino Scarniglia rievocano la Sammarco che va dai primi anni dell'era fascista agli ultimi decenni del secolo scorso.
Il percorso, mediante il quale si muove questa descrizione, prende le mosse dalla ricostruzione degli avvenimenti osservati e vissuti dall'autore e procede attraverso una scelta accurata di ricerche e di memorie personali, di testimonianze e di documenti, in maggior parte foto, cartoline, immagini varie.
E appunto che su questa striscia di tempo, ricostruita per mezzo di tante sequenze orali e visive, il nostro socio Peppino Scarmiglia ha mirato a definire il contesto e i contorni della società sammarchese nei vari connotati degli episodi epocali che si caratterizzano nell'evolversi del tempo stesso.
È una testimonianza, arricchita di tanti personali ricordi, capace di stimolare i più giovani e quelli che verranno a conoscere ed amare più profondamente l'ambiente in cui vivono; è un lume che accenderà nei loro animi l'interesse ad avviare confronti e riflessioni che consentiranno loro di acquisire gli strumenti più conformi a formulare delle critiche costruttive nella presa di coscienza di realtà altre e diverse,lontane e presenti, dalle radici delle quali trae la linfa la vita attuale. Li stimolerà altresì a sentirsi parte di una realtà sociale e a maturare il desiderio e l'atteggiamento di ricercare le proprie origini culturali, ad assorbire direttamente dall'ambiente di vita una propria identità etnica che consentirà loro di approfondire, in modo sempre più chiaro e ben definito le valenze concrete di un'immagine nascosta della realtà presente. Immagine che, certamente, susciterà nelle loro coscienze la consapevolezza di una continuità che ha nel passato le proprie radici, nel presente la sua più concreta attuazione, nel futuro la sua progressiva evoluzione.
Termino qui, porgendo le mie più sentite congratulazioni al socio accademico Peppino Scarmiglia con l'augurio e l'auspicio che le sue memorie potranno fornire alle giovani generazioni quelle adeguate competenze e conoscenze, necessarie al rispetto e all'amore del proprio territorio, per meglio valorizzare e conservare quel ricco patrimonio storico, acquisito nelle varie innumerevoli vicende che lo hanno accompagnato dai più remoti tempi ad oggi.
San Marco Argentano, Sala Consiliare, 31 agosto 2002
prof. Francesco Selvaggi