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LA FIGURA DI GIUSEPPE SELVAGGI GIORNALISTA, CRITICO, SCRITTORE Sala Consiliare - 23 agosto 2004 |
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(Intervento del prof. Francesco Selvaggi)
![]() Un saluto cordiale a tutti i presenti in questa sala. Giuseppe Selvaggi, anche se non è più tra noi fisicamente, è rimasto sempre vivo e presente nei nostri cuori. Ci confortano e ci rendono lieti le tante testimonianze che di lui ci restano e che illustrano un lungo percorso,attraverso il quale ci ha seguito nei vari itinerari culturali da noi intrapresi. |
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Giuseppe Selvaggi venne in S. Marco per la prima volta verso la fine del 1941,ospite dello zio di mio padre Vincenzo. Aveva da poco iniziato la carriera giornalistica e aveva già pubblicato un volume di poesie dal titolo ?Fior di notte.? Giunse in S. Marco in seguito ad una sua intervista al celebre filosofo e letterato Benedetto Croce, il quale, udito il suo cognome e la sua origine calabrese, gli chiese informazioni sulle opere del poeta romantico sammarchese Vincenzo Selvaggi-Vercillo, di cui non era mai riuscito a leggere gli scritti se non nei titoli, citati da qualche studioso di critica letteraria del secolo precedente.
![]() Nacque da allora tra i due un legame di profonda, filiale e sincera amicizia, che consolidò sempre più i vincoli di antica parentela. Conobbi Beppe,quand?ero bambino, verso i primi anni ?50, tramite zio Vincenzo, in compagnia di mio padre e ricordo, come in un sogno delizioso, quell?incontro, durante il quale Beppe rapito dall?austero fascino delle antiche stanze del palazzo Selvaggi, pronunciava alcuni versi del romantico poeta, soffermandosi su alcune descrizioni del Cristofaro, scritte in memoria dello stesso nel 1845. Più tardi,nella seconda metà degli anni ?60 sollecitato da Beppe e zio Vincenzo iniziai la ricerca delle opere del poeta romantico dell?800 che ebbi la fortuna di trovare, un po? per volta, nei posti più impensati delle vaste soffitte, ov?erano riposti cumuli di libri,carte,mobili inservibili, e tanta varietà di vecchi oggetti.Nel dicembre del 1967 presentammo con l?amico prof. Rinaldo Longo una mostra di alcune opere edite ed inedite (manoscritti originali) di Vincenzo Selvaggi, fino allora rinvenute. Giuseppe Selvaggi,non potendo essere presente, ci inviò un lungo telegramma di congratulazioni e auguri con la promessa che sarebbe stato presente alla prossima mostra convegno di Corigliano Calabro, che si sarebbe tenuta 15 giorni dopo, e cioè dal 5 all?8 gennaio del 1968. ![]() Nel maggio del 1968 mi recai a Roma con zio Vincenzo per consegnare a Beppe le bozze della nuova edizione del Vecchio Anacoreta. Fummo suoi ospiti e fu immensamente felice di avere a Roma zio Vincenzo. Memorabili quei giorni trascorsi nella capitale. Il libro grazie a Giuseppe Selvaggi, fu pubblicato nel gennaio del 1970 e accolto con entusiasmo dal vecchio zio Vincenzo che,purtroppo, ci lasciò nel novembre di quello stesso anno,due mesi dopo la dipartita del fratello,Francesco.I rapporti con Beppe continuarono sempre affettuosi e frequenti furono le sue visite a S. Marco, spesso in compagnia di celebri artisti, letterati e personaggi politici, tra cui il famoso poeta spagnolo Raphael Alberti. Nell?agosto del 1983 il comitato direttivo dell?Associazione artistico musicale argentanese, in occasione dei festeggiamenti del 2° anno degli ?Incontri culturali della gioventù? che si svolsero nella frazione Iotta di San Marco Argentano, conferì a Giuseppe Selvaggi il premio della cultura dedicato ai calabresi viventi distintisi nel mondo con le loro opere artistiche, scientifiche e letterarie. Conserviamo un documento audiovisivo di quella cerimonia. Giuseppe continuava a venire spesso in S. Marco, ospite dei parenti Selvaggi o invitato da enti culturali o dall'amministrazione comunale. ![]()
Nelle foto dall'alto: il prof. F.sco Selvaggi, il prof. Leonardo Alario e il sindaco, l'assessore Virginia Mariotti e il cav.Mario Scarpelli, e nella foto a lato Beppe Selvaggi con la figlia Sabrina e il celebre poeta spagnolo Raphael Alberti in una visita a S.Marco Argentano.
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